lunedì 3 novembre 2014

Scopi della Psicologia Positiva


Gli scopi della psicologia positiva possono essere definiti in questi termini: "catalizzare una modificazione dell'interesse centrale della psicologia, spostandolo dalla preoccupazione di porre rimedio agli aspetti peggiori della vita alla costruzione anche di qualità positive" (Seligman, & Csikszentmihalyi, 2000), 
Secondo Seligman e Csikszentmihalyi questi obbiettivi possono essere raggiunti attraverso l'intervento articolato su più livelli, in particolare::
  • sviluppare una concezione della buona vita che si fondi su evidenze empiriche ma che sia allo stesso tempo comprensibile e attrattiva
  • mettere in evidenza i comportamenti e gli interventi che possano favorire il benessere, lo sviluppo positivo dell'individuo e la prosperità della società
  • individuare quali tipologie di famiglie incoraggino uno sviluppo ottimale dei bambini, quali ambienti di lavoro permettano un'esperienza soddisfacente ai propri lavoratori, quali tipologie di politiche favoriscano un alto impegno sociale  e infine attraverso quali strategie si possano raggiungere stili di vita gratificanti per un'esistenza degna di essere vissuta.
Al momento si contano due associazioni internazionali di psicologia positiva: la International Positive Psycology Association (IPPA) e lo European Network of Positive Psychology (ENPP) ed anche una a livello nazionale: la Società Italiana di Psicologia Positiva (SIPP), sono inoltre già molti i programmi di formazione post-laurea che si stanno diffondendo all'estero e anche in Italia.
La psicologia positiva non è peraltro nuova a questo tipo di obiettivi ed interventi, in precedenza già Carl Rogers  nel’ambito della psicologia umanistica definì il benessere come il “funzionamento ottimale”, e Antonovsky coniò il termine salutogenesi riferendosi al benessere nella sua accezione più ampia e all’individuazione di quei fattori che favoriscano uno stato di salute a trecentosessanta gradi determinato dalle qualità positive presenti ne l’individuo a livello cognitivo, emotivo e comportamentale.

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito già da tempo la salute come qualcosa di più della mera assenza di malattia definendola come una serie di funzionamenti positivi a livello fisico, psicologico e sociale sposando il modello biopsicosociale di Engel e focalizzando l’attenzione principalmente sul concetto di prevenzione  piuttosto che su quello di cura.

Riccardo Cazzulo


Riferimenti bibliografici:
Seligman, M.E.P. & Csikszentmihalyi, M. (2000). Positive psychology. American Psychologist, 55, 5-14.

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